L’abitudine tutta italiana di gustare un bicchiere d’amaro dopo il caffè (il famoso ammazzacaffè), alla fine di un lauto pasto, ha origini molto antiche. Scopriamola!
Il bicchierino a fine pasto: dai banchetti di Caterina De’ Medici ai giorni nostri
Nel Medioevo l’arte liquoristica era già nota a farmacisti e monaci (principalmente benedettini) per finalità curative (per saperne di più puoi leggere il post “Cos’è un amaro e come si beve”).
Tuttavia fu grazie a Caterina De’ Medici, moglie del re di Francia Enrico II, che l’abitudine di consumare un liquore amaro a fine pasto si diffuse tra i nobili europei. La sovrana fiorentina, infatti, dal 1523 introdusse alla corte parigina liquori amari italiani per facilitare la digestione e allietare la fine dei banchetti reali.
Era infatti già allora abitudine dei nobili, concluso il pranzo, quella di spostarsi in un’altra sala per continuare la conversazione assaporando liquori come brandy e cognac.
Fu poi grazie a importanti scoperte scientifiche in merito ai processi di fermentazione e di lavorazione dello zucchero che dal 1700 l’industria liquoristica ebbe una grande espansione, in particolare in Italia, Francia e Olanda.
Come accade sempre le abitudini dei nobili poco alla volta migrarono anche nelle case del popolo, seppur con moderazione e solo per le grandi occasioni.
Le origini del termine “ammazzacaffè”
Con l’arrivo del caffè sulle tavole degli italiani, poi, il rito di sorseggiare un liquore a fine pasto prese il curioso nome di “ammazzacaffè”, con la finalità – oltre a quella digestiva – di eliminare il sapore del caffè dal palato. Evidentemente il caffè di una volta non era poi così buono!
Il rito del caffè al Liquorificio Fabbrizii

Noi, invece, che il caffè dei giorni nostri lo amiamo moltissimo (e sicuramente non lo vogliamo uccidere!), sappiamo quanto sia piacevole prolungare ed accompagnare sul palato l’esperienza gustativa del caffè. Per questo siamo andati alla ricerca di una miscela che si sposasse a meraviglia con i sapori del nostro Amaro Fabbrizii: e abbiamo trovato il Caffè 8 note.
Ed è sempre per l‘affetto che nutriamo per il caffè che abbiamo resuscitato dalla storia di famiglia le eleganti tazzine belle époque con cui una volta il nostro bisnonno Giovanni Fabbrizii serviva il caffè nel suo rinomato bar genovese ai primi del ‘900.
Infine, per arricchire ulteriormente il momento dell’ammazzacaffè, quel momento in cui ebbri di cibo e vino ci lasciamo andare tutti alla nostra più autentica convivialità, oltre all’amaro e al caffè vi lasciamo qui la ricetta di un dolce semplice, genuino, che sa di Liguria: la torta di nocciole.
Sì, perché la torta di nocciole è un dolce tradizionale delle nostre valli, le valli dell’entroterra di Chiavari, dove sin dall’antichità si coltivano e si raccolgono diverse varietà di nocciole, una risorsa economica importante per questo territorio.
Oggi vengono commercializzate e le trovate sotto il nome di Nocciole Misto Chiavari.
È semplicissima da preparare, per nulla banale e, ovviamente, si sposa alla perfezione con il nostro Amaro Fabbrizii!
Ricetta della Torta di nocciole Misto Chiavari

Ingredienti per 8 pozioni di torta di nocciole (tortiera da 20 cm di diametro)
- 250 g di nocciole tostate
- 150 g di zucchero
- 4 uova
- zucchero a velo per decorare
Procedimento
- Preriscaldate il forno a 180°C.
- Imburrate e infarinate uno stampo da torta di 20 cm di diametro.
- Tritate finemente le nocciole insieme un cucchiaio di zucchero preso dal totale (così da evitare che gli olii buoni delle nocciole si ossidino con il calore generato dalle lame) fino ad ottenere una pasta soda.
- Separate i rossi delle uova dagli albumi.
- Nella ciotola dei rossi aggiungete lo zucchero e frullateli insieme fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
- Aggiungete quindi la pasta di nocciole rimescolando delicatamente con un cucchiaio fino a quando non si sarà completamente inglobata.
- Montate a neve ferma gli albumi.
- Quindi aggiungeteli all’impasto un cucchiaio alla volta, rimescolando con un movimento delicato dal basso verso l’alto per mantenere l’aria nell’impasto.
- Cuocete nel forno statico per 20 minuti. La torta deve restare morbida e leggermente umida.
- Lasciate raffreddare completamente prima di sformarla e poi decorate con abbondante zucchero a velo.